Alla fine del 2020, una scoperta ha scosso gli animi di tutti gli appassionati di archeologia del mondo.
A Pompei, dove gli scavi non si sono mai fermati neppure nei giorni del lockdown, torna alla luce quasi intatto un Thermopolium, di fatto una tavola calda.
L’eccezionalità di questa scoperta è che colori e odori sono stati sigillati per lungo tempo, conservandoli fino ad oggi. Un viaggio tra i sapori perduti della città, che ha consentito agli studiosi di ricostruire le abitudini e gli usi alimentari dei romani di duemila anni fa.
Nella pratica si trattava di un locale con affaccio diretto sulla via, con un bancone in muratura in cui erano inseriti dei vasi, contenenti cibo e bevande. Insomma, il Thermopolium era a tutti gli effetti una bottega di alimentari con smercio di street food.
Gli happy hour e gli aperitivi attuali non sono un concetto così nuovo, lo street food animava già le strade delle antiche città romane. Non si tratta, infatti, dell’unico esercizio di questa tipologia rinvenuto in Italia. Solo nella città di Pompei se ne contano circa 80, in aggiunta a quelli di Ercolano e Ostia.
L’importanza significativa di quest’ultima scoperta è caratterizzata dal valore artistico dei disegni ancora intatti e dalla possibilità di scoprire i piatti di un tempo. Quello che emerge è che la cucina era popolare, senza ricercatezze esotiche: i piatti erano a base di ciò che il mercato di Pompei offriva, principalmente carne e pesce.
Un pezzo di storia conservata sottoterra per oltre duemila anni e che presto aprirà le visite al pubblico.
Noi di BBM siamo sempre stati affascinati dai nostri “antenati” e dalle attività di street food che ci hanno preceduto. Infatti, nei mesi scorsi, abbiamo scritto un articolo sui primi veicoli utilizzati per trasportare del cibo.
Lo sapevi che il primo ad aver avuto l’idea fu un allevatore del Texas nel 1866?
Scopri di più leggendo l’articolo “L’antenato dello street food: un po’ di storia“.
